Lungo la strada statale 131, non distante dal Nuraghe Losa, troviamo uno dei monumenti più noti e suggestivi della Sardegna: il tempio a pozzo di Santa Cristina. Il tempio a pozzo svolge la funzione catalizzatrice per l’insieme di edifici che le gravitavano attorno, alcuni dei quali purtroppo non più visibili. Sono distinguibili due aree, attualmente separati dalla chiesa e dalle connesse ‘cumbessias’ – case destinate ad accogliere i pellegrini in determinati periodi dell’anno in associazione con importanti feste religiose – databili ad una fase non anteriore al 1800. Un’area è quella che comprende proprio il tempio a pozzo, associato alla cosiddetta capanna delle riunioni con recinto e una serie di altri edifici. Il tempio rappresenta certamente uno dei vertici raggiunti dalla maestria architettonica nuragica. Presenta una tecnica isodoma perfetta, con conci sagomati a formare la scala di accesso al vano coperto da una volta a ‘tholos’ di fattura sorprendente. L’acqua raggiunge ancora oggi il fondo del vano, filtrando attraverso le pareti della struttura. A ridosso della capanna delle riunioni sono presenti ambienti a pianta quadrata, rettangolare e circolare, leggibili in elevato per pochi filari residui: si tratta quasi certamente degli alloggi per gli addetti del culto e per i pellegrini, ma anche di botteghe collegate col mercato che doveva tenersi in occasione delle solennità religiose. La cronologia va dal 1200 al 700 a.C.