Uno dei tratti distintivi che connotano l’umano è certamente la sua esigenza di seppellire i propri morti. I luoghi di sepoltura custodiscono quindi segni preziosi per chi intende conoscere le pratiche di vita di coloro che quei segni hanno prodotto. Nel corso della storia umana, questi segni, queste pratiche sono mutate. Può quindi essere un esperienza proficua porre a confronto due luoghi destinati ad accogliere i defunti creati in epoche diverse ma presenti in un territorio comune. Compiamo questo esperimento mettendo a confronto la tomba dei giganti di Li Lolghi e i circoli tombali di Li Muri.
La tomba dei giganti è monumentale. Presenta un’ampia esedra, realizzata con la tecnica ad ortostati, ovvero con l’impiego di lastre conficcate verticalmente sul terreno, con al centro una stele centinata. La struttura ha origine da una precedente sepoltura a dolmen, una sorta di cassone in pietra, realizzato con lastre verticali chiuse con una serie di lastre orizzontali a fare da soffitto, risalenti al Bronzo Antico (1800 – 1600 a.C.). In età nuragica il dolmen venne ampliato a formare un lungo corridoio e completato con l’esedra. La tomba era destinata ad accogliere sepolture collettive.
I circoli tombali di Li Muri sono invece strutture tombali che risalgono al Neolitico Recente (3400 – 3200 a.C). Qui il dolmen rappresenta il nucleo centrale delle cinque sepolture, circondato da circoli di pietre infisse nella terra. Rituali e strutture differenti. Identica esigenza spirituale: non abbandonare alla morte i propri cari.