Ci concediamo ora uno dei non frequenti ‘sconfinamenti’ cronologici del nostro cammino. La necropoli di Anghelu Ruju non appartiene infatti al mondo nuragico, ma appartiene alla sua ‘preistoria’. È una delle necropoli più estese della Sardegna, certamente la più estesa della Sardegna settentrionale.
È costituita da 38 tombe: le cosiddette ‘domus de janas’ (‘case delle fate’, denominazione tratta dalla tradizione popolare) scavate nell’arenaria. Le tombe appaiono raggruppate in due distinte unità: una costituita da 7, l’altra da 31 tombe. La disposizione delle grotticelle non mostrano un orientamento omogeneo. Una sola tomba presenta una struttura a camera singola; tutte le altre mostrano una articolazione variamente complessa, che giunge sino a 11 vani. L’accesso alle tombe è di due tipi: a pozzo verticale o a ‘dromos’ (corridoio). Coppelle, elementi architettonici, protomi taurine: sono questi gli elementi che accompagnano sulle pareti il viaggio dei defunti.
Il rito dell’inumazione è il prevalente, ma sono attestati anche alcuni casi di semicremazione, piuttosto rari nel mondo preistorico sardo, ed una sepoltura in fossa. La necropoli è databile dal Neolitico finale (3200 – 2800 a.C.) fino all’Età del Rame e del Bronzo (2800 – 1600 a.C.).
Visite guidate
SS. 127 bis Km 45 - 07041 Alghero
T
329 4385947 - 349 0871963
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Servizi offerti al pubblico
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