Area archeologica di Nora Pula - Cagliari
Sinora le nostre incursioni al di fuori dal recinto cronologico-culturale chiamato ‘civiltà nuragica’ si sono limitate a gettare brevi sguardi su ciò che ha preceduto quel mondo: la preistoria.
Sinora le nostre incursioni al di fuori dal recinto cronologico-culturale chiamato ‘civiltà nuragica’ si sono limitate a gettare brevi sguardi su ciò che ha preceduto quel mondo: la preistoria.
Questo monumento e l’area archeologia di cui rappresenta il nucleo vitale offre un esperienza cognitiva non comune. A contribuire fortemente in tal senso è il connubio tra area archeologica e museo.
La Giara di Gesturi è un luogo speciale, sotto molti punti vista. Il nostro, è quello archeologico. Sulle pendici della Giara si sono concentrati, nei secoli di storia che descrivono l’occupazione umana di questo territorio, monumenti di tante epoche.
Il nostro viaggio, lo ricordiamo, si muove all’interno dell’orizzonte di senso nuragico, in cerca di tracce materiali che ci parlino di quel mondo. E, tra queste testimonianze, incontriamo Monte Sirai, un centro urbano non distante dall’attuale centro abitato di Carbonia.
‘Necropoli’ significa, letteralmente: ‘citta dei morti’. Ebbene, se esiste un luogo che merita questo appellativo, è certamente quello che ci apprestiamo a visitare: una quarantina di ‘domus de janas’ – le ‘case delle fate’ secondo la denominazione popolare.
Il territorio che contorna l’area occupata dal nuraghe lascia scorre libero il nostro sguardo. Respiriamo, mentre ci viene incontro. E lo vediamo, finalmente, da vicino. La sua ‘lettura’ non è cosa facile, proprio a causa della vita articolata che lo ha portato sino ai suoi connotati attuali.
L’immaginario collettivo ha bisogno di luoghi per esistere, li crea e poi se ne alimenta. Uno di questi luoghi è Barumini, e in quel luogo, Su Nuraxi, suo cuore mitico, vivo e pulsante. Come ci dice lo stesso nome: non ‘un’ nuraghe, ma ‘il’ nuraghe.
Ci affacciamo ancora una volta all’esterno del recinto cronologico nuragico, che fa da spartiacque culturale di questo nostro viaggio. Lo facciamo, come abbiamo detto più volte, per aiutarci a capire che tutti hanno una storia: anche le genti nuragiche.
Dare una definizione del concetto di ‘sacro’ non è semplice. L’archeologia si confronta infatti con molteplici manifestazioni materiali che ne rappresentano una sorta di concrezione fisica.
Ancora un ‘luogo alto’, alla ricerca del congiungimento col cielo. Ancora una tomba dei giganti. Monumentale, in senso pieno. La tipologia è quella con esedra realizzata a filari, più tipica – anche se non in forma esclusiva – del meridione dell’isola.
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