Secondo Emilio Garroni, esistono due possibili definizioni del concetto di creatività: la prima fa riferimento alla capacità di applicare una regola già esistente in situazioni nuove; la seconda a quella di creare regole nuove quando quelle esistenti e note si dimostrano inefficaci o inadeguate. Il fenomeno architettonico creato dalle genti nuragiche è l’espressione compiuta di una possibile sintesi tra queste due definizioni. Il nuraghe è infatti in sé la creazione di una nuova ‘regola’ architettonica, poi modulata e ripetuta ‘creativamente’ in risposta alle specifiche esigenze territoriali. Il nuraghe Is Paras è una di queste risposte, una delle più riuscite e affascinati. Lo incontriamo nelle immediate vicinanze del centro abitato. È un nuraghe complesso, formato da un mastio parzialmente inglobato dal bastione a tre torri con cortile, protetto sul lato est da un antemurale. Il mastio era a due piani, di cui oggi si conserva solo quello di base, coperta a ‘tholos’. E qui, dinnanzi a questa struttura, rimaniamo per qualche attimo in silenzio, attoniti. La bellezza della costruzione è infatti un dono che il passato ha voluto far giungere fino a noi. 11,80 m di altezza; il vano scala che si apre a 5,25 m di altezza all’interno della camera, i filari regolari in calcare che si sovrappongono con ordine e ritmo quasi sonoro.